Ciao a tutti! Vedo con piacere che il tema può interessare. Dunque, un po' di chiarezza.
La resina che troviamo normalmente nei magazzini merceologici, è la tradizionale resina poliestere che ha, a suo tempo, stravolto il mondo della nautica, e permesso al mondo delle due e quattro ruote, il poter produrre su stampi femmina o maschio, carrozzerie leggere ed inattaccabili alla ruggine (vedi le VETTE) e performanti carenature da velocità. L'alternativa è stata l'utilizzo di plastiche termoformanti che, a lungo andare però, causa sbalzi termici e naturale degrado meccanico, comporta una deformazione di superficie non proprio gradevole; e quindi giù di stucco con la cazzuola ed il frattazzo, con lo svantaggio di un crostone che con le vibrazioni, cricca, si isola e salta in mille pezzi.
Poi negli anni settanta, se non sbaglio grazie alla casuale scoperta di chimici americani su interscambio di dati con i tecnici di una azienda francese, il colpo di culo. Una resina quasi inodore (in quanto sprovvista di solventi), impermeabile, che non crea ritiri, con una capacità di penetrazione nei materiali incredibile, con una lavorabilità eccezionale e dalla modularità mai vista:
La si puù lavorare fluida (consistenza di un olio) la si può addensare con un polvere "magica che altro non è che una specie di amido di mais, la si può caricare con microfibre di vetro(0,1 mm) microsfere di vetro (0,1mm.) con cui ricavare stucchi leggerissimi e facilmente carteggiabili, per poter rifare profili alari, cordolini di nervature, ricostruzione di dettagli strutturali, incollare e rettificare elementi lignei, plastici e metallici grazie alla preventiva impregnazione, ovvero alla caratteristica di essere facilmente "bevuta" da vetroresina resa ruvida con carteggio a grana grossa, o da basi lignee (pannelli porta , in faesite o vtr):l'accoppiamento di piu strati di fibra di vetro di diversa grammatura, comporta la "struttura" portante che la resina "lega" e consolida.
Gemballa, vi dice qualcosa?? Esatto, è il noto tuner tedesco che costruiva parafanghi e spoilers mostruosi per le Porsche, e mentre Koenigg "espandeva " le carrozzerie per le sue Ferrari biturbo: viste le prestazioni, pensavata che resina poliestere e stucco metallico fossero sufficienti per tenere i pezzi attaccati alle lamiere?? ovviamente no! Qualche rivetto in alluminio e soprattutto tanta resina epossidica.
E le "barche" di Coppa America?? alluminio? plastica? Vtr? no! semplicemente fibre aramidiche, carbonio, kevlar ma sopratutto resina epossidica, con post cottura in ambiente controllato. E le carrozzerie di F1?? UGUAGLIO!!
Ovviamente non è roba da maghi maghelli e da improvvisatori qualsiasi, ci vogliono e quelle conoscenze necessarie a poter praticare al meglio le tecnolodgie applicative per ottenere il risultato previsto. Poi, un qualsiasi buon carrozziere che saprà levigare carteggiando, un mano di fondo epossidico ed infine la normale verniciatura.
Ora per esempio stò incollando dei pannelli in alluminio per il copricassone mio Chevrolet S10 Blazer Vortec Ext.cab. e poi inizierò il restauro della roulottona in alluminio AIRSTREAM Yacthlander 27" del 1973, nel quale incollerò pannelli in multistrato marino a pannelli di alluminio e a profili in acciaio.
Con un po' di manualità si ottengono ottimi risultati. E per qunato riguarda i films. sarò ben felice di poterli produrre, nel momento in cui inizierò a lavorarci sopra.
Nel frattempo, resto a disposizione per altri chiarimenti.
Saluti
Rennox60
(Ah, dimenticavo: non sono un carrozziere, neanche un rivenditore di resine, e memmeno un restauratore/tuner professionista: sono uno libero professionista del settore edile, settore che niente ha a che vedere con quanto sin qui detto)